Le meduse fanno parte del phylum dei Celenterati (classe degli Scifozoi), organismi acquatici che possiedono una cavità digerente provvista di una sola apertura con funzioni di bocca e di ano. L’alimentazione dei Celenterati avviene grazie a un numero variabile di tentacoli che circondano questa apertura e con i quali catturano piccole prede o particelle alimentari in sospensione nell’acqua. Per via della loro semplice anatomia, questi animali non hanno un vero apparato circolatorio né organi per la respirazione.

In questi animali si possono presentare due diverse forme di organizzazione anatomica: la forma polipoide e la forma medusoide. La prima conduce un’esistenza bentonica, ossia vive sul fondo con l’apertura e i tentacoli rivolti verso l’alto.

La seconda, invece, conduce una vita planctonica. Infatti si lascia trasportare dalle correnti e vive orientata in maniera opposta rispetto al polipo, con l’apertura rivolta verso il basso.

Le meduse si riproducono sessualmente, ovvero producono uova e spermatozoi che si fondono tra loro dando origine a nuovi individui. Invece, i polipi, in linea di massima, si moltiplicano asessualmente, attraverso un processo chiamato gemmazione: sul corpo dell’animale compare una sorta di gemma che si accresce e poi si stacca conducendo vita propria. In diverse specie di meduse troviamo entrambe le forme nel ciclo biologico, questo fenomeno si chiama alternanza di generazione perché è come se nella stessa specie si alternassero sempre una generazione medusoide con una polipoide.

Alla classe degli Scifozoi appartengono meduse che si osservano generalmente lungo le nostre spiagge e che incutono paura ai bagnanti pur non rappresentando un impedimento reale alla balneazione. La parte superiore del corpo ricorda il cappello di un fungo e viene chiamata ombrello. L’importante è fare attenzione che non ci sfiorino la pelle. Le cellule urticanti che si trovano sui tentacoli possono provocare forti bruciori. Generalmente le meduse, anche se fastidiose, non rappresentano un pericolo per l’uomo. Tuttavia, nei mari tropicali australiani esistono specie molto più temibili, come la vespa di mare, Chironex fleckeri, il cui veleno può essere fatale.