Segnalazioni di schiume in mare, gli interventi Arpac a giugno 2021
Data Pubblicazione: 07-lug-2021
Nel mese di giugno appena trascorso sono pervenute da più parti numerose segnalazioni di schiume o chiazze di colore brunastro maleodoranti e di scie che si presentano lungo la costa, in particolare modo tra la tarda mattinata e le prime ore del pomeriggio. In relazione a tale problematica, durante le attività in mare di questo mese, l’Arpa Campania in più occasioni ha effettuato campionamenti aggiuntivi con indagini analitiche che hanno riguardato, oltre ai normali parametri microbiologici, anche la determinazione di parametri chimici, di nutrienti e fitoplancton.
Indagini e sopralluoghi ad hoc sono stati effettuati per anomalie del mare lungo i tratti di costa di Battipaglia, Eboli, Minori (provincia di Salerno), Torre Annunziata, Portici, Napoli, Pozzuoli, Massa Lubrense, Serrara Fontana (città metropolitana di Napoli), Castel Volturno (provincia di Caserta) e, nella quasi totalità di questi casi, è stata esclusa l’ipotesi di una contaminazione di tipo fecale delle acque, poiché gli esiti dei parametri microbiologici indicatori di tale tipologia di inquinamento sono risultati entro i limiti di legge.
Questi fenomeni, come la scarsa trasparenza delle acque di molti tratti di mare, la strana colorazione spesso tendente al verde, al giallo o al marrone, oppure le schiume e il materiale marrone che è stato osservato molte volte sulla superficie del mare, nella maggioranza dei casi sono riconducibili allo sviluppo di fitoplancton, ma la concomitanza di più fattori può favorire e accentuare il fenomeno e portare alla creazione di situazioni che talvolta generano allarme e preoccupazione nella popolazione.
Il fitoplancton è costituito da microalghe non visibili ad occhio nudo ed è l'insieme di organismi autotrofi trasportati dalle correnti marine in grado, attraverso la fotosintesi clorofilliana, di creare sostanza organica utilizzando sostanze inorganiche disciolte in acqua e l’energia fornita dalla radiazione solare. Si tratta di organismi importantissimi anche per la vita fuori dall’acqua, poiché da soli forniscono oltre la metà dell’ossigeno prodotto dagli organismi vegetali presenti sulla terra. Sono alla base della vita acquatica perché consentono agli organismi superiori di svilupparsi, partendo dallo zooplancton, ai gamberetti, a pesci man mano sempre più grandi, fino ai grandi predatori marini e all’uomo. Quando ci tuffiamo in mare dovremmo sempre tenere in mente che siamo immersi in una miriade di questi organismi invisibili che rendono l’acqua piena di vita e che sono inseriti in una serie di dinamiche e di processi, a differenza di quello che accade in una piscina dove vediamo chi è in acqua insieme a noi.
La seconda metà del mese di giugno di quest’anno è stata caratterizzata dalla frequente presenza di venti deboli, caldi, provenienti da meridione, che hanno creato uno scarso ricambio delle acque interne al Golfo di Napoli, con il conseguente ristagno di queste lungo la costa. La persistenza di questi venti ha affievolito anche le brezze di mare, caratteristiche del periodo estivo in regime di alta pressione, e molto importanti per il rimescolamento verticale e per il trasporto verso il basso del calore accumulato dagli strati superficiali. Il rimescolamento verticale delle acque evita un eccessivo innalzamento delle temperature superficiali del mare e permette che avvenga una ridistribuzione del calore lungo la colonna d’acqua. Questo tipo di situazione meteorologica può aver favorito una eccessiva proliferazione fitoplanctonica ed in generale ha effetti non favorevoli sulla qualità del mare.
Inoltre, il periodo stagionale della tarda primavera coincide con il massimo sviluppo del fitoplancton in mare. Ovviamente, il fenomeno è ulteriormente favorito e reso più intenso dal continuo arricchimento di nutrienti provenienti da terra (sostanze inorganiche disciolte in acqua) necessario allo sviluppo del fitoplancton, derivante, in zone fortemente antropizzate come è la costa del Golfo di Napoli, dagli scarichi civili in alcuni casi scarsamente depurati. L’ambiente marino è un sistema molto complesso dove fenomeni di diversa natura sono spesso interconnessi influenzandosi reciprocamente e determinando situazioni differenti a seconda dei fattori in gioco.
Una situazione meteorologica che ha effetti opposti rispetto a quelli appena descritti è la persistenza di venti da nord o nord est, i quali spirando verso l’esterno del Golfo spingono verso il largo le masse d’acqua superficiali e richiamano verso l’interno del Golfo masse di acqua profonda, più fredda e più povera in termini di solidi sospesi e di fitoplancton. Con l’instaurarsi di una situazione del genere si può assistere ad un rapido miglioramento della trasparenza delle acque e alla scomparsa di materiale galleggiante o di anomale colorazioni.
L’ultima decade di giugno 2021 è stata anche caratterizzata da alte temperature superficiali del mare, tipiche del culmine dell’estate, tra la fine di luglio e l’inizio agosto. Tale argomento è stato trattato, facendo riferimento ai dati di Arpac raccolti nel corso dei controlli sulle acque di balneazione, in un recente articolo dal titolo “Scatta l' allarme: il mare del Golfo si sta surriscaldando” pubblicato sul Corriere del Mezzogiorno lo scorso 27 giugno da Fabrizio Geremicca con i commenti di Giorgio Budillon, professore ordinario di Oceanografia e Fisica dell'atmosfera all'Università Parthenope di Napoli.
A riguardo va ricordato che le temperature rilevate da Arpac nel corso della stagione balneare e riportate sul web istituzionale sono misurate nei punti di prelievo della rete di monitoraggio regionale identificativi di ciascuna acqua di balneazione e pertanto, come di norma, vengono registrate in punti poco profondi e molto prossimi alla costa. per cui si possono verificare particolari condizioni che influiscono in modo determinante sul dato misurato.
Tuttavia, da misure effettuate da Arpac nell’ambito dei controlli sulla qualità delle acque marine e marino costiere (rispettivamente ai sensi del decreto legislativo 190/10 e decreto legislativo 152/06), sono state rilevate a fine giugno 2021, con strumentazione di elevata precisione, temperature superficiali del mare nel Golfo di Napoli superiori a 27 gradi. Ci si riferisce esattamente a misure effettuate a circa 6 miglia da terra, dove la temperatura è risultata di 27,19° C in superficie e 27, 01° a 5 metri di profondità, mentre a 12 miglia da terra la temperatura in superficie era di 27,25° C e di 27,00° C a 8,5 metri di profondità.
A tal proposito bisogna tener presente che l'acqua si scalda (e si raffredda) molto più lentamente delle altre sostanze e, quindi si può avere un’idea della grande quantità di energia sotto forma di calore accumulata dal mare grazie alla sua elevata capacità termica. Si tratta di temperature certamente non consuete per la fine di giugno, che, associate a una scarsa circolazione delle acque e al periodo stagionale favorevole allo sviluppo delle microalghe, possono innescare fioriture in particolar modo in quelle aree costiere dove la presenza di apporti d’acqua provenienti da terra arricchisce il mare in termini di nutrienti e sostanza organica.
La anomala colorazione assunta dalle acque marine è molto spesso dovuta allo sviluppo e alla prevalenza di un tipo di microalga in fenomeni di fioriture algali, così come la formazione di mucillagini e ammassi gelatinosi galleggianti o sul fondo che rimescolati dalle onde o dal transito di barche portano alla formazione di schiume. Per un approfondimento su tale argomento si rimanda al portale Arpac dedicato alla balneazione, nello specifico all’indirizzo https://portale.arpacampania.it/mucillagini
Lucio De Maio, Emma Lionetti - Arpa Campania, UO Mare
Immagine in alto: campionamento di mucillagine dal colore brunastro il cui aspetto può creare la suggestione di cattivo odore
Immagine al centro: presenza di muchi bianchi galleggianti in acque con ottima trasparenza
Immagine in basso: scia di schiume in seguito al transito di una imbarcazione