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Danno Ambientale

Danno Ambientale

Cos’è

Il danno ambientale viene definito come qualsiasi deterioramento (significativo e misurabile, diretto o indiretto) di una risorsa naturale o dell’utilità assicurata dalla stessa, dove per utilità di una risorsa si intendono servizi e funzioni svolti a favore di altre risorse naturali o dell’uomo.

È necessario precisare, però, che in aderenza al principio di precauzione la disciplina non si applica solo in caso di evidenza di danno ma anche in caso di sola “minaccia imminente” di danno ovvero quando si verifichi – con valutazione scientifica obiettiva – il rischio sufficientemente probabile che stia per verificarsi uno specifico danno ambientale.

Soggetti coinvolti e procedura

L’Autorità competente per l’esercizio dei poteri in materia di danno ambientale, su tutto il territorio nazionale, è ad oggi il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). Leggi tutto

In seguito a segnalazioni da parte dell’Autorità Giudiziaria o denunce da diversi soggetti, l’Autorità competente attiva la Rete Operativa SNPA per il Danno Ambientale secondo la procedura prevista dalle linee guida SNPA emanate nel 2019 (successivamente aggiornate nel 2023).

Pertanto, a partire da tale data, ARPAC ha collaborato in maniera fattiva e continuativa per dare il proprio contributo tecnico sia nelle istruttorie per i procedimenti penali in fase preliminare sia nelle istruttorie per i procedimenti penali in fase di giudizio, per i procedimenti civili e le procedure amministrative extra-giudiziarie a supporto ad ISPRA.

In concreto, ARPAC raccoglie le informazioni a disposizione nel territorio derivanti dai propri compiti istituzionali (esiti di monitoraggi, sopralluoghi, attività istruttorie, ecc…) ed elabora un documento funzionale all’individuazione dell’eventuale sussistenza di profili di danno ambientale o di minaccia imminente di danno.

Matrici coinvolte

Le tipologie di “deterioramento” che danno luogo ad un danno, con riferimento alla modificazione alle condizioni originarie, vengono valutate nei confronti di specifici comparti ambientali, in particolare:

  • specie e habitat naturali protetti dalla L. 157/1992 e dal D.P.R. 357/97 e aree naturali protette dalla L. 394/1991;
  • acque interne, mediante azioni che incidano in modo significativamente negativo sullo stato ecologico, chimico o quantitativo o sul potenziale ecologico delle acque definiti nella direttiva 2000/60 oppure sullo stato ambientale delle acque marine definito nella direttiva 2008/56;
  • terreno (mediante qualsiasi contaminazione che crei un rischio significativo di effetti nocivi, anche indiretti, sulla salute umana a seguito dell’introduzione di sostanze, preparati, organismi, ecc…).

La definizione di danno ambientale è quindi limitata alle componenti naturalistiche sopra descritte e non si riferisce ad elementi quali paesaggio ed atmosfera.

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Nell’arco temporale tra il 2020-2024 sono stati esaminati in totale 65 procedimenti di danno ambientale distribuiti in tutto il territorio secondo il seguente grafico:

 

Distribuzione temporale dei procedimenti


 

Dal grafico si evince che le istruttorie analizzate per i casi di danno ambientale, dopo un insolito incremento avvenuto nel 2022, si mantengono costanti rispetto agli anni precedenti. Permane, tuttavia, una prevalenza in corrispondenza delle provincie di Salerno, Caserta e per questo ultimo anno, anche Napoli. Questo aspetto probabilmente è da attribuire non solo alla diversificazione delle attività giudiziarie ma anche al contesto industriale, non omogeneo. Le Provincie di Benevento e Avellino, infatti, sono caratterizzate da realtà industriali ridotte rispetto alle altre provincie campane.

Distribuzione temporale dei procedimenti


 

Focalizzando l’attenzione sulle azioni che hanno determinato l’avvio dei procedimenti, si evidenzia come queste abbiano riguardato principalmente alcune tipologie di reati come ad esempio: le gestioni illecite di rifiuti, le gestioni non conformi di impianti di depurazione, le attività legate all’ambiente marino (quali ad esempio il prelievo di coralli o datteri di mare), lo spandimento di liquami ecc..

Il grafico sottostante mostra l’incremento temporale, raggruppato in funzione delle diverse azioni di danno che l’Agenzia ha analizzato ai fini della determinazione del danno ambientale.

Distribuzione delle diverse azioni di danno


 

Relativamente al solo 2024, il grafico sottostante mostra le azioni di danno prevalenti, facendo emergere i casi di scarico industriale, gestione illecita di rifiuti e, cosa mai avvenuta finora, casi di incendio.

Principali tipologie di azioni di danno 2024

Raggruppando infine le istruttorie di danno ambientale sulla base del bersaglio coinvolto, nel 2024, diversamente dagli anni precedenti, le attività oggetto di danno ambientale hanno avuto come bersaglio prevalente gli habitat o gli ecosistemi.  


 

Direttiva comunitaria 2004/35/CE
Deliberazione SNPA n. 198/2023
D.Lgs 152/2006 parte VI