Indietro Riunione in Procura generale a Napoli per coordinare contrasto ai reati ambientali

Data Pubblicazione: 22-nov-2024

Nella giornata di ieri il Procuratore generale e i Sostituti procuratori generali addetti al Gruppo tutela Ambiente della Procura generale di Napoli, presso la Sala riunioni della  citata Procura generale, hanno tenuto un incontro con tutti i Procuratori della Repubblica del distretto  e i vertici delle forze dell’ordine territoriali e di quelle specializzate nel contrasto dei reati ambientali, per promuovere la materia ambientale tra quelle che richiedono un impegno prioritario degli Uffici, sia in punto di coordinamento delle relative attività di indagine che di moduli organizzativi virtuosi e buone prassi.

L’incontro ha visto la partecipazione di una folta rappresentanza dei comandi provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Napoli, Caserta, Avellino e Benevento oltre che degli organi specializzati, Comando Tutela ambientale Carabinieri – Napoli, Carabinieri Forestale- Comando Forestale Regione Campania,  Comandi Regionale Campania Reparto Aeronavale e Aeronavale Pratica di Mare della Guardia di Finanza, Capitaneria di porto di Napoli- Direzione marittima della Campania, Polizia Metropolitana Napoli e Polizia Municipale Napoli- Reparto Tutela Ambientale.  

Il Procuratore generale ha evidenziato la necessità di un forte impulso alle indagini per il contrasto dei crimini ambientali con un attento e proficuo coordinamento tra gli uffici inquirenti del distretto tenendo conto anche  dell’attività della Rete delle Procure generali nella materia ambientale, istituita presso la Procura generale  della Corte di Cassazione nell’ambito delle attività di attuazione dell’art. 6 del decreto legislativo del  20 febbraio 2006, n. 106 . Tale norma definisce la funzione di “vigilanza” attribuita al Procuratore generale presso la Corte di appello rispetto agli uffici giudiziari requirenti del distretto ed il conseguente obbligo informativo al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione.  In linea con essa si è ritenuto  di dare vita ad una stabile organizzazione distrettuale finalizzata a:
-    dare attuazione condivisa alle attività di ricognizione e diffusione delle buone prassi in materia di accertamento dei reati ambientali;
-    individuare le priorità investigative sul territorio del distretto sia per incentivarle che per un utilizzo più accorto delle risorse tecniche e investigative del distretto sempre troppo limitate a fronte della gravità delle condotte investigate; 
-    promuovere la condivisione di comuni moduli organizzativi;
-    favorire lo scambio delle conoscenze, delle buone prassi e dei protocolli adottati dai procuratori della Repubblica del distretto, per la loro diffusione ed eventuale condivisione con le altre realtà territoriali.
-    promuovere il coordinamento investigativo e la circolarità delle informazioni, in attuazione delle previsioni di cui agli artt. 118-bis e 129, comma 3-ter, disp. att. c.p.p., 
-    implementare, con la collaborazione degli Uffici requirenti e delle forze di polizia, il Servizio Indagini Ambientali (SIA), già istituito per garantire una proficua utilizzazione delle emergenze ostensibili di tutti i procedimenti già attivati dagli uffici, nella prospettiva di una più efficace e tempestiva azione di intervento a tutela dell’ambiente mediante indagini mirate. 

La riunione, che è stata arricchita anche da una relazione del direttore generale e del direttore tecnico dell’Arpac, ha consentito di raccogliere e valutare le informazioni offerte dai responsabili degli uffici e delle agenzie specializzate, anche in ordine alle risorse disponibili per le indagini coordinate dalle Procure della Repubblica del distretto.

Tutti i presenti hanno espresso la completa disponibilità ad offrire la propria collaborazione per raggiungere gli obiettivi comuni di cui si è detto.  

La Procura generale predisporrà un protocollo, da condividere e  adottare a livello distrettuale entro i prossimi tre mesi, per formalizzare e disciplinare tutte le attività volte a garantire un più efficace contrasto ai crimini ambientali commessi nel distretto con l’auspicio che siffatte attività possano costituire anche un efficace deterrente alla commissione di nuovi reati e così producendo una effettiva tutela  ambientale.

(fonte: Procura Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Napoli)