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Monitoraggio Biologico dei Fiumi


Il monitoraggio dei corpi idrici superficiali segue la Direttiva quadro europea sulle acque (2000/60/CE), recepita in italia dal D.Lgs. 152/2006 (come modificato dal DM 260/2010 e dal D.Lgs. 172/2015), prevede la valutazione dello stato di qualità dei corpi idrici significativi sulla base di parametri e indicatori ecologici, idromorfologici e chimico-fisici. A.R.P.A. Campania nell’ambito delle attività di programmazione e di progettazione ha definito una rete di monitoraggio costituita inizialmente, nel 2001, da n. 84 siti di monitoraggio, successivamente estesa fino a raggiungere n. 155 siti nel ciclo 2015/2017, fino agli attuali 237 siti ubicati in chiusura dei corpi idrici individuati nel PGA III Ciclo del Distretto idrografico dell’Appennino Meridionale che costituiscono i principali bacini e sottobacini idrografici regionali, lungo le aste di 101 corsi d’acqua divisi tra fiumi, torrenti e canali e selezionati per significatività e rappresentatività alla scala regionale, nonché per la presenza di consistenti impatti antropici o elementi di particolare pregio naturalistico.

A.R.P.A. Campania, per valutare la salute degli ecosistemi fluviali utilizza il monitoraggio biologico, che ha come obiettivo quello di controllare lo stato di qualità dei corsi d'acqua e di invasi significativi della regione attraverso l'elaborazione di due indici: lo Stato ecologico e lo stato chimico.

Per la valutazione complessiva dello Stato Ecologico si combinano indici e sistemi di classificazione specifici sia degli elementi di qualità biologica, idromorfologica e sia di qualità chimico-fisica. Leggi tutto

La valutazione complessiva dello stato del corpo idrico superficiale è integrata dal monitoraggio delle sostanze chimiche pericolose che definiscono lo Stato Chimico delle acque

Il monitoraggio è differenziato in monitoraggio di sorveglianza ed operativo, il primo si applica ai corpi idrici che raggiungono gli obiettivi di qualità ambientali fissati dalla norma, mentre il secondo sui corpi idrici che non raggiungono o sono a rischio di non raggiungere l’obiettivo di qualità. Il monitoraggio di sorveglianza, quindi, prevede almeno un monitoraggio ogni sei anni mentre quello operativo ha cicli non superiori ai tre anni.

La classificazione dei corpi idrici superficiali per gli elementi biologici si effettua sulla base del valore di Rapporto di Qualità Ecologica (RQE), ottenuto confrontando per ognuno degli elementi il valore misurato con quello attribuibile al singolo corpo idrico nelle condizioni di riferimento, ovvero nello stato, anche ideale, non alterato.


 

Per valutare una modificazione della qualità dell’ambiente, il monitoraggio biologico prevede l’utilizzo di indicatori biologici quali i macroinvertebrati bentonici, le diatomee bentoniche, le macrofite acquatiche ed infine la fauna ittica. Questi sono in grado di descrivere le condizioni di un corpo idrico, poiché in presenza di uno stress naturale o antropico, subiscono variazioni rilevabili del proprio stato naturale.

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