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Macroinvertebrati Bentonici
I macroinvertebrati bentonici sono organismi invertebrati che vivono prevalentemente su substrati disponibili nei corsi d’acqua, utilizzando meccanismi di adattamento in grado di resistere alla corrente. Hanno dimensione generalmente superiore al millimetro di lunghezza e sono quindi visibili ad occhio nudo.

I principali gruppi faunistici sono: insetti acquatici (Plecotteri, Efemerotteri, Tricotteri, Coleotteri, Odonati, Ditteri, Eterotteri) in forma larvale o adulta, Crostacei, molluschi Gasteropodi e Bivalvi, Tricladi, Irudinei (o sanguisughe) e Oligocheti (o lombrichi). Questi diversi gruppi presentano differenti ruoli trofici e sensibilità all’inquinamento, ma non solo, hanno un lungo ciclo vitale che permette di rilevare impatti minimi protratti nel tempo.

Inoltre, hanno limitata mobilità e sono facilmente determinabili e campionabili, motivo per il quale sono considerati buoni indicatori dello stato di qualità delle acque.

La procedura di campionamento dei macroinvertebrati richiede un’analisi preliminare dell’habitat da campionare: il metodo di campionamento utilizzato è di tipo multihabitat-proporzionale; ciò significa, che il prelievo quantitativo dei macroinvertebrati viene effettuato su una superficie nota in maniera proporzionale alla percentuale dei diversi microambienti rappresentativi del tratto fluviale in esame (massi, ciottoli, ghiaia, sabbia, etc.).

Il campionamento prevede l’individuazione, nel tratto di corso d’acqua monitorato, della sequenza riffle/pool, la prima caratterizzata da turbolenza più elevata e da una granulometria del substrato di dimensioni maggiori rispetto all’area di pool che si presenta spesso come un’area relativamente profonda caratterizzata invece da minor turbolenza e substrato costituito principalmente da materiale meno grossolano. Leggi tutto

Il campione biologico deve essere raccolto nella sola area di pool o nella solo area di riffle. Qualora fosse impossibile individuare la sequenza riffle/pool, il campionamento viene effettuato in un tratto di torrente definito generico.

Per il campionamento si utilizza un retino tipo Surber posizionato controcorrente e ben adeso al fondo, il quale deve essere smosso affinché le specie presenti possano essere catturate nella rete. Ogni campione prelevato è costituito da 10 repliche distribuite proporzionalmente tra i microhabitat e le tipologie di flusso.

Raccolto il campione, si procede in campo ad un primo conteggio e riconoscimento a livello di famiglia e in alcuni casi a livello di genere degli organismi rinvenuti. Nel caso in cui ci siano degli organismi più difficili da identificare vanno conservati in etanolo al 70% per preservarne l’integrità ed osservati in laboratorio con microscopio stereoscopico o microscopio ottico, utilizzando specifici manuali.


 

Una volta ottenuta una lista tassonomica con il numero di unità sistematiche presenti e il numero di esemplari di ciascuna di esse questa lista verrà elaborata per poi applicare l’indice STAR_ICMi (Standardisation of River classifications_Intercalibration Common Metric index) calcolato attualmente in A.R.P.A. Campania attraverso l’utilizzo di un software chiamato MacrOper, definendo in questo modo lo stato ecologico della stazione in esame in conformità con quanto richiesto dalla Direttiva Acque (Water Frame Directive, WFD: 2000/60/CE).

Lo STAR_ICMi è un indice multimetrico composto da 6 metriche che prendono in considerazione tolleranza, abbondanza/habitat, ricchezza/diversità della comunità, restituendo in questo modo un valore compreso tra 0 e 1 chiamato RQE.

Il rapporto di qualità ecologica così ottenuto viene tradotto in una scala su cinque classi di qualità, rappresentative di uno stato da cattivo a elevato, e rappresenta il giudizio complessivo sulle condizioni della comunità macrobentonica rispetto a tutte le pressioni ambientali.

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